:: Lo stile Makotokai
Una delle cose più interessanti che ho incontrato nella mia pratica è il Karate Makotokai.
Qualcuno obietta che si tratta di una copia del Kyokushinkai o stili similari come lo Shodokaikan oppure lo Shidokan, quello che è certo , è che si tratta di una pratica sincera che costringe il praticante ad allenarsi ed a mettersi in gioco.
E' stato amore a prima vista. Personalmente credo possa rappresentare il completamento della pratica del karate tradizionale; credo possa dare a chi lo desidera, la possibilità di avvicinarsi ad una metodologia rivolta al combattimento con contatto, con una gradualità comprensibile che trovo geniale.
Attraverso questo tipo di lavoro, ho notato sui miei allievi, un notevole miglioramento nella pratica "formale" dei kata e dei kihon, e una maggior capacità di usare tecniche di calcio; il tutto a mio avviso, dovuto all’abitudine del lavoro fluido che caratterizza questa pratica. Cosa è il Makotokai? Chi è l’artefice di questo progetto? Quali sono le sue peculiarità?
Il Makotokai Karate Do nasce dal progetto del Maestro Paolo Bolaffio 8° dan, è ispirato e connesso alla pratica tradizionale del karate; si pone come obiettivo primario l'efficacia delle tecniche secondo un nuovo e moderno approccio che considera fondamentali lo studio e la ricerca.
Il momento storico in cui nascono le varie Arti Marziali, in special modo il Karate, era caratterizzato dalla quotidianità della guerra e del combattimento. Difendersi, attaccare erano necessità pratiche ed era impensabile non imparare a farlo seriamente, con efficacia; non si dava spazio al formalismo estetico o alle tecniche inutili. Attualmente, il Karate e le Arti Marziali sono forme di combattimento definite e praticate soprattutto come attività sportive perchè regolamentate, codificate. Questa profonda diversità di contesto, rende completamente diverse sia le motivazioni dei praticanti, che la metodologia dell'allenamento.
Per il Samurai o per il contadino che si difendeva a mani nude, l'allenamento dava poco spazio al gesto solo estetico e al mantenimento dell'integrità fisica perchè si doveva abituare alle difficoltà che la battaglia imponeva.
La trasmissione delle tecniche di battaglia avveniva segretamente.
Nascevano cosi le scuole e gli stili, che con il rispetto per la persona, trasmettevano in modo più "gentile" l'esperienza acquisita sui campi di battaglia.
Analizzando nel tempo l'evoluzione del Karate, emerge il fatto che i validi principi delle origini, hanno subito delle revisioni e delle modifiche, che sembrano aver perso di vista l'obiettivo essenziale dell'efficacia, ed inoltre non tengono conto delle nuove esigenze dettate dalla modernità, nè dalle verità emerse grazie allo studio ed alla ricerca scientifica. Da tempo si lavora allo scopo di verificare quale evoluzione sta avendo il Karate moderno: vengono visionati e confrontati vecchi e nuovi filmati di kata, kumite, kihon; si studia fisica, medicina, ginnastica, stretching; ci si confronta con altre Arti Marziali; si ascoltano e nell'ambito dello studio vengono tenute in considerazione anche le voci, le opinioni, i dubbi dei praticanti di tutti i livelli, principianti e Maestri. Sono così emersi moltissimi dati, tutti molto interessanti.
Abbiamo scoperto che si confonde la forza con la rigidità, che si eseguono tecniche con atteggiamento formale invece che con esecuzione efficace, che l'espressione della velocità viene associata allo scatto rigido anzichè alla fluidità, che non è possibile effettuare un vero kime nel fare tecniche tirate a vuoto, che troppi praticanti hanno lesioni ortopediche di vario grado assolutamente non giustificabili. Abbiamo rivisto con occhio critico i kihon eseguiti ripetutamente, ma evidentemente non coordinati da una adeguata preparazione fisica, muscolare, posturale.
Abbiamo analizzato la folle interpretazione dei kata, studiati ed eseguiti senza che sia messo in evidenza il loro rapporto con i differenti stili di kumite.
Oggi l'ambiente del Karate nasconde una crisi, dovuta all'incapacità di ammettere, che il messaggio partito molto tempo fa dal Giappone non era valido in assoluto. C'è bisogno di una nuova preparazione culturale, fisica, mentale ed invece per lunghi anni si è solo copiato senza sperimentare o verificare nulla di quanto veniva insegnato. Il mondo del Karate poteva sembrare un mondo ideale, chiuso e circoscritto, dove rifugiarsi moralmente. Questo lo ha portato ad essere un mondo falso dove vivere materialmente.
Gli obiettivi primari perseguiti sono l'efficacia nell'azione intesa come ricerca delle possibilità massimali di ciascuno. La pratica del Makotokai prevede il contatto in combattimento, effettuato con varie modalità, gentile, eseguito con forza contro vari tipi di colpitori. Vengono praticate le tecniche di rottura di vari tipi di materiali a partire già dai gradi più bassi.
Tutto questo al fine di pervenire ad un totale controllo dei colpi che sono sempre dosati nella forza ed esatti nel punto di applicazione. Finora il Karate era caratterizzato dall'essere uno sport di combattimento che non colpiva niente, scollegato tra i fondamentali e la pratica, dunque poco efficace nella realtà e molto traumatico in gara. Proprio per questi motivi molti si sono rivolti a discipline affini di maggior soddisfazione.
Bisogna ricordare che chi ha paura di cambiare non può realizzare niente.
Chi cede alla pressione senza più ragionare, sentendosi sicuro solo nella tradizione immobile, sarà costretto ad arretrare sempre. Conserverà magari i suoi titoli, la sua vita, il suo ruolo, ma non sarà mai in grado di diventare autonomo, dovrà sempre obbedire e quindi non sarà mai libero.
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