:: Arti Marziali e Difesa Personale. ::
(pubblicato il 09/07/2017)
Fra pochi mesi festeggerò i miei primi 40 anni di pratica.
Ho studiato diverse Arti Marziali sia a mano nuda che con armi varie, e di questo vasto mondo mi sono innamorato da subito.
Le Arti Marziali sono tutte bellissime, alcune mi piacciono di più, altre un po' di meno, ma questo è solo un approccio personale, derivato da personali attitudini, personali carenze, da un fisico o da un carattere più o meno adatto a questa o a quella disciplina.
Credo che ognuna abbia peculiarità differenti; alcune rivolte alla formazione motoria, altre rivolte alla salute, altre sono diventate magnifici sport, altre ancora percorsi di introspezione.
Negli ultimi anni a mio avviso, si è fatta una grande confusione fra le Arti Marziali e la Difesa Personale. Un clamoroso errore portare sullo stesso piano, programmi che hanno scopi differenti ed approcci psicologici spesso opposti.
Un mondo di tecnica spesso rivolta ad altri obiettivi, di regole di comportamento e di correttezza che si incontra, anzi si scontra con il suo opposto.
I corsi di difesa personale sono perlopiù corsi di coreografia, con attori che si scambiano ruoli ben definiti, magari in divisa di Arti Marziali tradizionali, con protezioni varie, tappeti, ed evitando di colpire per non farsi male.
Nessun atleta di sport da combattimento a pieno contatto, salirebbe mai sul ring, pensando di non subire colpi, egli si preparerà attraverso tutte le qualità fisiche e psicologiche indispensabili per affrontare l'incontro; un incontro che seppur sportivo sarà, duro e non collaborativo.
Chi ci attacca per strada, a meno che non sia il vicino di casa a cui abbiamo rubato il parcheggio, sarà determinato, esperto, senza troppe inibizioni e raramente sarà solo , ma noi abbiamo la presunzione che servirà semplicemente memorizzare qualche combinazione per avere il controllo.
Imparare coreografie in questo ambito non solo è' inutile ma può diventare addirittura letale.
In un ambiente non collaborativo, con stress e dolore le cose andranno molto diversamente.
Tralascio l'analisi delle statistiche delle aggressioni, di come avvengono e con quali modalità, ognuno può facilmente documentarsi, come ho fatto io e già li cadranno molte illusioni.
La cruda realtà è che in strada, non è possibile immaginare di risolvere uno scenario di violenta aggressione con una combinazione di parata/contrattacco oppure con una leva articolare.Non siamo in palestra, chi mi sta aggredendo non ha la faccia del mio compagno di corso, in palestra lavoro sotto forte pressione di stress? prendo regolarmente colpi per imparare a dissipare e ridurre i danni? Esco dai ruoli imposti dallo schema?
Ma come ci si può difendere da un pugno, senza saperlo tirare?
Non voglio entrare nel merito della difesa a mani nude contro il coltello con relativi disarmi; addirittura oggi a mano nuda ci si difende anche dalle armi da fuoco.
È evidente che nessuno vuole davvero imparare a difendersi, se volesse farlo vorrebbe per prima cosa mostrare al proprio sistema nervoso cosa accade sotto stress, seppur in ambiente protetto, e sarebbe comunque un'incognita, vorrebbe provare a capire cosa succede quando si viene colpiti in modo sincero. Invece no vogliamo esorcizzare le nostre paure fingendoci guerrieri che al massimo possono colpire ma non venire colpiti.
torna su
|