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:: La difesa personale ::

(pubblicato il 04/02/2012)

 

Viviamo in una società relativamente organizzata e regolata, dal punto di vista sociale.
La maggior parte di noi, entra in contatto con la violenza fisica attraverso il cinema, i giornali, il Tg.
Pochi sono coloro, che nel contesto dove viviamo, hanno subito violente aggressioni, e ancor meno chi e' riuscito a gestirle, limitando quando possibile i danni.

Questo e' certamente un fatto positivo, nella nostra società, altri sono preposti alla nostra sicurezza, siamo stati educati a rivolgerci alle varie istituzioni se entra un ladro a casa nostra, se veniamo aggrediti per strada, addirittura se riteniamo di essere stati offesi.

Probabilmente si tratta di un livello di civiltà sociale raggiunto, ma che ci ha drammaticamente allontanato anni luce, dal concetto intimo e profondo delle arti marziali.
Oggi le palestre sono frequentate da brave persone e da bambini, ed anche questo e' socialmente positivo; l'arte marziale e' diventata sport per giovani, e sotto la dicitura "difesa personale" si propone un sottoprodotto dello sport di cui sopra: schemi, settori, bunkay di Katas, tecniche elaborate senza costruire attitudine , difese da improbabili anzi impossibili attacchi formali.

La difesa personale diventa attività motoria esotica, che nulla può avere a che fare con la sicurezza dell'individuo, perché rivolta a brave persone, che inconsapevolmente vogliono esorcizzare e non imparare a gestire un atto di aggressione.

Spesso il tutto è insegnato da altrettanto bravi tecnici, che pero' non conoscono il contesto violento dell'aggressione, e questo e' palese osservando i tipi di attacco che prendono in considerazione.

Il valore della risposta e' dato dalla sincerità dell'attacco. E' tutto qui !!!!

E' impossibile gestire un atto di aggressione senza subire danni, importante e' essere capaci di limitarli.
Chi ha BISOGNO di imparare a difendersi o difendere altri, pone l'accento sul potenziamento delle reazioni istintive, piuttosto che sulla creazione di schemi motori innaturali e "atleticamente" complicati.

Siamo nel terzo millennio le neuro scienze ci dicono che il nostro cervello non funziona così : potenziare la reazione istintiva e' più agevole e rapido, lo schema motorio registrato attraverso traccia mentale, che non viene portato ad applicazione fortemente emotiva, resterà inapplicato.
Sempre le neuro scienze ci mostrano che ci sono solo due modelli base di reazioni istintuali (di cui non parlerò in queste riflessioni, e che comunque sono sottintese nel mio libro).

E' curioso osservare chi segue i miei stages : se propongo esercizi per costruire qualità idonee e un corpo adatto allo scopo, il lavoro viene scambiato per un gioco scollegato dal combattimento , se invece propongo di costruire tracce mentali attraverso la presa di coscienza di cosa si prova durante un aggressione, allora il tutto diventa troppo hard.

L'essere umano e' davvero una strana ed affascinante creatura, vogliamo essere guerrieri ma non vogliamo soffrire, parliamo di tecniche di sacrificio senza provare l'impatto, il taglio, la percossa, ci difendiamo da un coltello di legno che deve muoversi attraverso linee formali.

Si. I miei allievi lo sanno, per me l'argomento coltello e' tabù , mi fa inca###re, ho un rispetto riverenziale verso di esso, lo uso per enfatizzare la bio meccanica negli esercizi, ma mi rifiuto di pensare che un uomo sano di mente, possa pensare di difendersi a mano nuda da esso.

E' il discorso fatto sopra; ci si dimentica, che chi attacca in palestra e' in modalità OFF , si lavora senza adrenalina in circolo, senza conoscere i danni di una lama affilata, ecc. ecc. ecc.

Non sarebbe piu' sincero chiedersi il motivo per cui si pratica e fare il proprio cammino , qualunque esso sia , con totalità ?

Le arti marziali possono essere mille cose per mille persone diverse, ma devono essere percorse con sincerità .

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<< ... non vi è nulla di più duro ed ingiusto della realtà umana: gli uomini vivono in un mondo dove sono le parole e non le azioni ad avere il potere, dove la massima competenza è il controllo del linguaggio. È una cosa terribile, perché in definitiva siamo soltanto dei primati programmati per mangiare, dormire, riprodurci, conquistare e rendere sicuro il nostro territorio; e quelli più tagliati per queste cose, i più animaleschi fra noi, si fanno sempre fregare dagli altri, cioè da quelli che parlano bene, ma che non saprebbero difendere il proprio giardino, portare a casa un coniglio per cena o procreare come si deve.
Gli uomini vivono in un mondo in cui sono i deboli a dominare. È un terribile oltraggio alla nostra natura animale, una specie di perversione, di contraddizione profonda ...>>

Tratto da: L’eleganza del riccio
autore: M.Barbery


 

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